L’anno scolastico si è concluso, e come di consueto stavamo per condividere un bilancio ricco di gioia e soddisfazione. Il nostro Progetto Scuola ha lavorato con successo, coinvolgendo insegnanti e studenti di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale. Abbiamo offerto formazione e opportunità che permettono ai giovani con disabilità intellettiva di sentirsi valorizzati e al centro di un percorso educativo fondamentale, che arricchisce l’intera comunità scolastica.
Tuttavia, all’improvviso, una notizia di oggi ci ha colpiti profondamente e ci ha fatto riflettere. È stata ripresa da molti giornali, tra cui Repubblica, e racconta la storia di Andrea, un ragazzo che sogna di diventare un barman e viene ora bocciato al terzo anno dell’Istituto Alberghiero “Mediterraneo” di Pulsano. La particolarità di questa storia è che il ragazzo in questione ha l’autismo.
La notizia ha scosso l’opinione pubblica, soprattutto grazie a un video pubblicato sui social dalla Cooperativa Logos in cui la mamma Dora dedica una lettera a suo figlio. La lettera non cerca pietismo né lancia accuse personali, ma invita a una riflessione collettiva sul vero significato dell’inclusione scolastica. Racconta l’impegno quotidiano del ragazzo, le sue conquiste, le sue difficoltà e il dolore di una bocciatura comunicata in modo freddo.
«Hai lavorato duramente, superato i tuoi limiti, ma la scuola non ti ha visto davvero», scrive Dora. «Questa non è una tua sconfitta, ma lo è per chi non ha saputo cogliere il tuo progetto di vita».
Scopriamo poi che Andrea è anche un nostro Atleta, un Atleta Special Olympics che pratica nuoto e karate con gioia e determinazione. Allora la stessa energia che mette nello sport, siamo certi, potrebbe mettere anche nello studio, se il sistema educativo fosse in grado di offrire ai giovani con disabilità intellettiva, le condizioni giuste per esprimere il proprio potenziale.
Per noi, Andrea non deve dimostrare chi è e cosa sa fare: grazie allo sport, lo ha già fatto e lo fa ogni giorno. È la scuola, invece, che ora ha l’opportunità di dimostrare qualcosa in più.
Ci auguriamo che l’Istituto alberghiero, dopo questa sconfitta morale, sappia rialzarsi e offrire nuove visioni. E, qualora decidesse di aderire al nostro Progetto Scuola, saremo felici di offrire formazione e opportunità pratiche ai docenti, per contribuire a creare insieme un ambiente più inclusivo e attento alle esigenze di tutti gli studenti. La conclusione la lasciamo alle parole della sua educatrice.
“Sono la sua educatrice da oltre 8 anni e in questo tempo è diventato per me più di un figlio di sangue. Sarò sempre la sua voce, le sue gambe, la sua forza, e lotterò con lui e per lui, ogni giorno.
La scuola, purtroppo, non sa davvero cosa significhi inclusione: non bastano le parole, servono sguardi attenti, cuori aperti, persone che vedano i piccoli passi come grandi conquiste.
I prof non devono solo insegnare, devono credere nei ragazzi, anche quando il cammino è più lento“.
Grazia Pignatale



