I Giochi Mondiali Special Olympics di Abu Dhabi rappresentano per lui un’opportunità per riscattarsi
Austin nasce il 5 marzo 1995 a Torino. Fin dall’inizio, la vita per lui si è rivelata in salita. Il 2005 rappresenta in qualche modo lo spartiacque, l’anno della sua rinascita, quando viene inserito in una Comunità per minori, fino all’ agosto del 2013 per poi passare a vivere in gruppo presso un appartamento di Torino gestito dalla cooperativa Animazione Valdocco.
Nonostante la durezza della sua vita, Austin cresce diventando un ragazzo, si severo con se stesso, ma anche simpatico ed allegro. E’ pure un tipo piuttosto determinato nel trovare la sua strada, ecco allora che inizia a collezionare attestati di frequenza a diversi corsi, dal quello di inserimento pre-lavorativo (P.A.L.) a quello fotografico fino ad arrivare al corso di inserimento lavorativo (F.A.L.) presso l’ente formativo “ENGIM”nel 2018.
Austin ama guardare i film, in particolare i Musical, ma uno soltanto – ammette lui stesso – lo ha ispirato talmente da fargli comprendere chi vuole diventare da grande. Non è un Musical, il film in questione è “Space Jam”, uscito nel 1996, che fonde in un’unica immagine attori in carne ed ossa e cartoni animati. Così i personaggi della Warner Bros si ritrovano a dividere lo schermo con i grandi campioni della National Basketball Association, primo fra tutti Michael Jordan. Ed è a lui che Austin sogna di somigliare un giorno.
Da allora la sua passione si concentra tutta nel basket che è diventato il suo sport. “ Della pallacanestro la cosa che mi piace di più è lo spirito di squadra, sentirsi parte di un gruppo” – va ripetendo spesso.
Ha iniziato a giocare all’età di 14 anni con il k2 di Torino ma è dal 2015 che nel basket ci mette anima, corpo e cuore, un “Cuore matto” così come si chiama il Team Special Olympics che lo accoglie.
Ogni allenamento, ogni partita, diventano per lui occasioni per migliorare le proprie capacità e competenze sportive, la sfida è dunque soprattutto verso se stesso. Gli eventi, locali, regionali e nazionali, gli offrono invece l’opportunità di mettersi in gioco anche nelle relazioni, ampliando le proprie amicizie e mantenendole durature nel tempo.
Il basket ha aiutato molto Austin, non soltanto per il benessere fisico che ha prodotto, ma anche per l’equilibrio interiore che ad ogni allenamento sente di aver conquistato, ogni giorno di più. Con il tempo è migliorato fisicamente, muovendosi di più in campo, ma anche nello spirito, passando più spesso il pallone al compagno di squadra, ad esempio.
E’ lui stesso a riconoscere di aver imparato, grazie a questo sport, a controllare meglio la sua rabbia soprattutto nel momento in cui compie un’azione sbagliata. Si tratta di una piccola ma grandissima conquista per un ragazzo dal passato buio come Austin.
La convocazione è stata assolutamente inaspettata. Una bellissima sorpresa che ora lo ha costretto a guardare sempre avanti, al prossimo futuro, piuttosto che alle sue spalle.
Oggi prova una soddisfazione enorme nel sapere di essere un atleta del team Italia che parteciperà ai prossimi Giochi Mondiali Special Olympics ad Abu Dhabi. Gareggerà nel basket unificato, che schiera in campo squadre miste composte da atleti con e senza disabilità intellettive di tutto il mondo. Quale migliore occasione per dare il meglio di se’?
Dunque, come si dice, il passato è passato, il presente è radioso, il futuro è aperto: in bocca al lupo Austin!