Si sono svolti ad Anchorage nello stato dell’Alaska i Giochi Mondiali Invernali Special Olympics 2001. La partenza della delegazione italiana è avvenuta il 28 febbraio dall’aeroporto di Milano Malpensa. La delegazione è composta da 8 Atleti 3 tecnici ed 1 capo delegazione. Le operazioni di imbarco sono lunghe e faticose, abbiamo moltissimi bagagli, ma tutto si svolge nella massima tranquillità. Alle 8,30 siamo già pronti. Ma quello che succede all’esterno ci preoccupa, infatti nevica, nevica fortissimo. Grandi fiocchi, leggeri, vaporosi, che imbiancano tutto e l’aeroporto chiude. Nessuna partenza e nessun arrivo fino alle ore 13.00. Non potevamo fare nient’altro che aspettare; 4 ore sono lunghe, ma non ci siamo fatti prendere dal panico, ci siamo organizzati un angolino della sala d’attesa, qualcuno approfitta per riposare, altri vanno a fare spese. Matteo si diverte a contare quante volte la “vocina” annuncia la chiusura dello scalo, arriva fino a 15, poi…Finalmente l’annuncio che il nostro volo partirà.
Ci imbarchiamo e dopo le procedure di rimozione della neve dall’aereo, riusciamo a decollare. La prima battuta è di Davide che mi chiede, dopo 10 minuti di volo, “quanto manca?”. Scopriremo più tardi che il nostro è stato l’unico volo in partenza.
Arriviamo a New York dopo 8 ore e 20 minuti. Battuta ancora di Davide, che appena usciamo dice “ma Paola, perché qui parlano inglese?”. Al nostro arrivo troviamo un gruppo di volontari che ci ha riservato un’accoglienza fantastica. Dopo il controllo dei passaporti, siamo stati catapultati ad un altro Terminal dove ci aspettava qualcosa. Si, ma che cosa? Ci domandavamo se ci fosse un volo in partenza per Seattle, visto che avevamo perso la nostra coincidenza per il ritardo nella partenza da Milano. Rimaniamo ad aspettare per circa mezz’ora e quindi ci comunicano che partiamo per Seattle.
La seconda tratta di viaggio e stata molto dura , 6 ore di volo e la stanchezza inizia a farsi sentire. All’arrivo a Seattle, non abbiamo nemmeno il tempo di sgranchirci le gambe, perchè scendiamo da un aereo e risaliamo subito sull’altro, che stava attendendo il nostro arrivo. Sguardi assenti, volti sconvolti, gli Atleti, però, sono ancora allegri. Arriviamo ad Anchorage a mezzanotte ora locale, ma abbiamo perso un po’ di orientamento temporale. Alle 2.00 del mattino possiamo andare a letto. Bene la notte, ma qualcuno ha rimesso le radiosveglie di tutti noi alle ore 6.00. Scopriremo che la colazione era servita dalle 6 alle 8 e nulla più. Abbiamo tutti staccato la spina della radiosveglia per il resto dei giorni.
Passiamo la mattina a mettere in ordine le stanze e dopo il pranzo, ci portano in una scuola media, dove gli alunni stanno insieme ai nostri Atleti, arriva anche la torcia, e poi musica a volontà, Loro si esibiscono in danze sfrenate.
I primi 3 giorni sono trascorsi in compagnia dei ragazzi della scuola, in diversi locali della città, con videogiochi, pizza e persino la fabbrica della cioccolata.
Il giorno 3 marzo si è svolto in città l’avvenimento che per l’Alaska rappresenta la maggiore attrazione dell’anno, la partenza della corsa delle slitte trainate dai cani “IDITAROAD”, presto siamo in centro a vedere, i vari equipaggi stanno facendo gli ultimi preparativi, riusciamo a fare qualche foto con i cani, ci sono moltissime troupe televisive provenienti da tutto il mondo.
La città olimpica era situata in un edificio in centro, un po’ lontana dal nostro albergo, non abbiamo quindi molte occasioni di visitarla. Ci sono molte iniziative e passatempi per gli Atleti, come spazi per fare attività grafiche, la lavorazione della pasta del pane, l’arrampicata su una parete, il karaoke, uno stand dove si facevano le foto, videogiochi, la pista delle macchine telecomandate, uno spazio per inviare posta elettronica, e addirittura uno stand dove si poteva fare la ricerca dell’oro.
La collaborazione dei tecnici è stata completa, sia dal punto di vista strettamente tecnico, con Herbert Alber che coordinava i ruoli per accompagnare gli Atleti in gara e teneva i contatti con l’organizzazione tecnica dei giochi, sia dal punto di vista della cura personale degli Atleti, con Carla Martinelli che aveva il compito di accudire Arianna, l’Atleta che caratterialmente e fisicamente presentava più problematiche. Adempie a questo compito con professionalità e molto umorismo. Andrea Brunello, alla sua prima esperienza con Special Olympics, indispensabile per Herbert per la traduzione durante le riunioni tecniche, è anche un ottimo accompagnatore per Matteo.
La sveglia suonava per tutti alle 5,30 ogni mattina, le giornate sono state piene di impegni.
La Cerimonia di Apertura è stata bellissima. Coinvolgente ed originale, ma siamo tutti molto stanchi, qualche atleta riesce perfino ad addormentarsi, il nostro piccolo Davide, riesce a farlo per 3 ore in mezzo a rumori assordanti, per svegliarsi solo in autobus al ritorno in hotel.
Le giornate scorrono veloci, piene di orari da rispettare, emozioni da controllare, la stanchezza da combattere, ma i nostri Atleti sono veramente da ammirare per la loro correttezza, educazione e simpatia. Davide ci intrattiene con le sue battute “perchè ho i peli?” oppure Arianna “nessuno mi aveva detto che facevamo i Mondiali”.
Il 6 marzo iniziano le gare, il tempo non ci è amico, pioverà spesso, nevicherà quasi sempre agli impianti.
Purtroppo durante la prima discesa Davide si infortuna con una brutta caduta. Si frattura l’omero. L’operazione dura quasi 4 ore. Quando Davide è ritornato in hotel i suoi compagni hanno voluto che lui portasse al collo tutte le loro medaglie vinte fino a quel momento ed hanno voluto immortalare questo momento con una fotografia. È stato un gesto molto bello che ci ha fatto tornare a sorridere tutti.
Gli altri Atleti si sono impegnati tantissimo nelle loro gare ricevendo tutti almeno una medaglia. Quella più importante l’hanno vinta mettendola al collo del loro compagno di squadra. Questo è stato il Team Italia del 2001.
Paola Mengoni, Capodelegazione
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Il nostro ritorno ai Giochi Special Olympics!