L’esperienza di Cecilia e la testimonianza di Martina rappresentano due facce della stessa “medaglia”, quella al valore del proprio tempo da dedicare a Special Olympics. Due punti di vista in grado di rivoluzionare le prospettive.
Entrambe le testimonianze hanno, secondo noi, un grande potere di coinvolgimento: per diventare volontario Special Olympics basta mettersi in gioco e compilare il modulo on line.
Cecilia Batignani
“Nel mondo di Special Olympics, oltre noi atleti, ci sono tante altre “figure” importanti; una di queste è quella del volontario.
I volontari sono coloro che hanno il compito di accogliere gli atleti e i loro team quando arrivano ad un evento Special Olympics, cercano di diventare amici conquistando la loro fiducia, aiutandoli prima, dopo e sostenendoli, incitandoli durante una gara; facendo loro compagnia anche nei momenti in cui non ci sono gare giocando, ballando e facendo divertire tutti.
Da quando conosco Special Olympics e faccio le gare, ormai il lontano 2003, ho incontrato molti volontari, non li ricordo tutti, ma insieme a loro mi sono sempre trovata bene e a mio agio.
Ogni volta che vado ad un evento nazionale sia invernale che estivo una delle prime cose che faccio, oltre a salutarli e presentarmi, è guardare quanti maschi ci sono… perché anche l’occhio vuole la sua parte!
Qualche anno fa ero andata a Biella per i Play The Games come atleta per fare le gare di bowling invece del nuoto, che avevo fatto a Terni. Il caso volle che le gare di bowling finirono un giorno prima rispetto a quelle del nuoto e io ricordo che Lucia Zulberti, il tecnico nazionale del nuoto mi chiese, visto che ero lì, se mi andava di fare la volontaria in piscina per un giorno! Io ovviamente, amante delle nuove esperienze e nuove sfide, non mi tirai certo indietro, anche perché una delle tante cose che mi piaceva e mi piace tutt’ora dei volontari è la pettorina e la maglietta arancione che indossano! Inutile dire che mi sono divertita tantissimo, oltre ad indossare la pettorina arancione, a provare ad aiutare gli altri atleti mettendomi nei panni di chi fino a quel momento aveva sempre aiutato me. E’ stata una bellissima esperienza che non dimenticherò sperando magari di rifare in futuro”.
Martina Gaboardi
“Osservo questa maglia rossa ed inizio a pensare a quanto sono fortunata. Si, sono fortunata perchè sono entrata a far parte di questa grande famiglia in punta di piedi, qualche anno fa ed ora non voglio più andarmene. Questo mondo, questa gente, mi ha insegnato tante cose: mi ha insegnato a non avere pregiudizi, a dare il giusto peso alle parole, mi ha insegnato a non arrendermi mai davanti agli ostacoli ma sopratutto mi ha fatto capire che qui, in Special Olympics, non saró mai sola. Ho conosciuto persone meravigliose che in questo momento mi mancano e spero di poterle rincontrare presto perché ho ancora voglia di ascoltare le loro storie e perché mi mancano gli abbracci degli atleti e delle atlete. Questa maglia per me rappresenta la mia seconda grande famiglia, dovreste conoscerla, vi fa provare ogni giorno un mix di emozioni”.