Lui è un atleta azzurro del Bowling ai Giochi Mondiali Special Olympics, Abu Dhabi 2019
Fabio aveva fretta di entrare nelle nostre vite, lo ha fatto con un mese di anticipo presso la Clinica Regina Elena di Roma, era il 7 settembre del 1989. Quando è nato, come accade in tutte le famiglie normali, eravamo molto felici ed emozionati, pesava 3,2 kg .
A distanza di due giorni – racconta la mamma – l’incanto si arresta, ci informano che Fabio ha delle anomalie, in particolare non ha ancora aperto gli occhi. Le domande cominciano a sorgere, e con esse anche la paura e la frustrazione. Ricordo ancora quel doloroso momento in cui il professore ci comunicò che c’era una concreta possibilità che Fabio avesse la Sindrome di Down. Non fu di conforto per noi il fatto di conoscere già, in parte, questo tipo di disabilità intellettiva grazie al fratello di un caro amico di famiglia, anzi ci sentimmo letteralmente crollare il mondo addosso. Dopo tre mesi, poco prima di Natale, arrivò la conferma. Fu pressochè immediata la percezione che, da quel momento in poi, la nostra vita non sarebbe stata più la stessa.
I medici ci indirizzarono a delle Associazioni presso le quali Fabio iniziò a fare terapie. Ci dissero che col passar del tempo ci saremmo accorti di alcune difficoltà e carenze, le avrebbe necessariamente avute. Il tempo di scorgerle non è tardato ad arrivare, così come quello di accettarle e di tranquillizzarci grazie anche al supporto di medici e specialisti.
La nostra preoccupazione, il nostro dolore più grande ha lasciato man mano il passo ad una profonda accettazione, del presente e del futuro. Anche l’altro nostro figlio, fratello maggiore di Fabio, è riuscito a rasserenarsi dopo aver risentito della sua diversità, percepita, però, in un primo momento, solo attraverso noi genitori che, concentrati come eravamo su Fabio, avevamo finito col trascurarlo un bel po’.
Nel 1995 sono rimasta di nuovo incinta. Avevo forte il timore di mettere al mondo un altro figlio con la Sindrome di Down. Iniziai un periodo pieno di visite e di stress che fortunatamente si concluse con una nascita senza difficoltà: Flavia.
Flavia col tempo si è rivelata una boccata di ossigeno, un aiuto prezioso per Fabio. Man mano che cresceva, infatti, lei lo coinvolgeva spontaneamente in tutti i suoi giochi. Incoraggiato in modo così spontaneo e continuativo, Fabio ha imparato tante cose nuove, semplicemente seguendo il comportamento della sua sorellina, così vivace e piena di fantasia.
Fin da piccolo Fabio, al di fuori del nostro nucleo familiare che lo ha in qualche modo protetto, è stato discriminato a causa della sua disabilità e questo ci ha fatto molto soffrire, più della sua condizione.
LA SCUOLA
All’asilo ha avuto un’insegnante di sostegno molto brava che però, una volta andata in maternità, fu sostituita con un’altra che non era in grado di aiutare Fabio. Lei per prima aveva bisogno di supporto soffrendo di incontinenza e assumendo comportamenti piuttosto anomali, per esempio amava nascondersi. Fabio risentì molto di questo “sostegno” e la conseguenza più immediata fu che non voleva più entrare in classe. Per fortuna il periodo dell’asilo era quasi finito, eravamo contenti e sollevati all’idea che avrebbe iniziato la scuola elementare, speravamo tanto di trovare delle buone insegnanti. Una speranza che, che da lì a poco, si è andata a scontrare con la durezza di una realtà un po’ diversa.
Alle scuole elementari il numero delle ore di sostegno diminuiscono. Così spesso, quando andavamo a prenderlo, lo trovavamo in corridoio con le bidelle, oppure addormentato in un angolo. Accadeva perché, finite le ore di sostegno, Fabio restava in classe con gli altri compagni ma si annoiava e non riusciva a seguire, pertanto veniva fatto uscire in corridoio per non distrarre gli altri. Così facendo, ci dicevano, non si correva il rischio di rallentare il programma del resto della classe.
Nel 2001 ci trasferimmo a L’Aquila per motivi di lavoro e per avere una maggiore tranquillità, essendo L’Aquila molto più piccola rispetto a Roma tutto sembrava più a misura d’uomo. Andammo ad abitare in un condominio, nel quale c’erano bambini di diverse età che fecero subito amicizia con Fabio e Flavia. Fu una decisione giusta per noi.
Fabio in questo nuovo contesto si trovava molto a suo agio, era sereno e giocava con tutti.
Ricordo un episodio in particolare: Un giorno, mentre era nel giardino condominiale con la sua bicicletta, rigorosamente portata a mano, perché non voleva imparare ad andarci, affacciandomi dal balcone lo vidi pedalare da solo per la prima volta, lui si girò e, trovandomi, disse: “Mamma guardami! Vado da solo!”. Questa scena mi riempì il cuore di gioia.
Dopo 3 anni, sempre per motivi lavorativi, siamo tornati a vivere a Roma dove abbiamo ripreso i contatti con l’ Associazione Down che Fabio aveva frequentato precedentemente. Fabio cominciò le superiori, nella quale conobbe altre persone e iniziò un percorso di autonomia. Fummo molto orgogliosi nel vederlo riuscire a memorizzare le strade e a prendere l’autobus e la metropolitana da solo, da casa fino all’Associazione che si trovava in Viale Mazzini.
A scuola, fortunatamente, questa volta, abbiamo incontrato un professore molto bravo, che si è dedicato tanto a lui e ad altri ragazzi disabili. Ecco allora che il tempo dell’esclusione in corridoio è diventato solo un brutto ricordo. Gli permise, infatti, di partecipare a tante attività e gli insegnò molte cose. Tutt’oggi siamo rimasti in contatto, quando abbiamo la possibilità, lo andiamo a trovare con molto piacere.
Il periodo adolescenziale arrivò presto anche per Fabio che iniziò a riscuotere un certo successo, aveva molte ammiratrici tra le ragazze dell’Associazione. Alla fine è successo anche che si è ufficialmente fidanzato. La prima relazione è durata 4 anni. Lei era molto legata a Fabio, infatti, lo chiamava a tutte le ore del giorno e della notte. Erano molto carini insieme e hanno vissuto tanti bei momenti. Ecco, anche questa relazione, che magari non credevamo fosse possibile, ci ha reso molto sorpresi e felici.
Quando nasce un figlio i desideri e le aspettative di genitore sono sempre ambiziosi, vorremmo per lui il meglio, in amore, in amicizia, nel lavoro, nello sport. Quando il bambino che nasce ha delle difficoltà, mentre i desideri restano tali, le aspettative forse si riducono un pò, dolorosamente. Ecco, questo per dire che Fabio ha di gran lunga superato le nostre aspettative: Non potevamo immaginare che sarebbe riuscito a renderci così fieri e felici di lui.
Le aspettative, a dire il vero, le nutriamo anche verso noi stessi che siamo i genitori: vogliamo renderlo ancora più autonomo di quello che è e desideriamo assicurargli un futuro anche lavorativo. Ora sta frequentando un’associazione dove impara ad utilizzare i mezzi informatici, essendo lui molto bravo con il computer e i videogiochi.
VAI COL TANGO
Venimmo a conoscenza del Tango Argentino tramite i genitori di un compagno che ci dissero di andare a provare! A Fabio piacque molto e decidemmo di proseguire, pur facendo dei sacrifici per accompagnarlo, dati gli orari e gli impegni quotidiani.
Dopo qualche anno, tutto il gruppo aveva raggiunto un livello tale da gareggiare a delle manifestazioni di danza. Fu Il maestro stesso a comunicarci che Fabio e la sua partner, Camilla, essendo molto dotati avrebbero dovuto, secondo lui, fare un percorso diverso e più approfondito, loro due ballerini speciali insieme alla gente comune.
Questa scelta provocò risentimento nei genitori degli altri ragazzi e il gruppo si divise. Per un periodo i contatti con gli altri si interruppero, ma noi, come si dice, abbiamo continuato “a ballare”. Dopo 3 anni Fabio ha preso il diploma di Maestro di Tango Argentino. Ha inoltre preso parte ad un film andato in onda su Rai1 e anche al cinema, nel ruolo di ballerino insieme alla sua attuale fidanzata Daniela. Sono stati ospiti a varie trasmissioni sulla Rai e Tv2000.
Ricordo un episodio in particolare, eravamo a Garda dove Fabio e Camilla, la sua partner, hanno partecipato come ospiti ad un evento internazionale di Tango Argentino. Era il momento di esibirsi ed io e la madre di Camilla, premurose, avevamo portato una pen drive con la musica di sottofondo sulla quale Fabio e Camilla avrebbero dovuto ballare. il Dj ci rassicurò dicendo di averla già nel computer e non volle la nostra pen drive.
Fabio e Camilla erano al centro della sala con circa 800 persone che li guardavano, parte la musica e ci accorgiamo che non era quella giusta, iniziamo a preoccuparci pensando che i ragazzi non avrebbero mosso un passo non riconoscendo le note con le quali si erano esercitati. Ad un tratto, invece, la sorpresa, iniziano a ballare adattando la loro coreografia a quella musica. Lo hanno fatto improvvisando ma con una naturalezza tale da lasciarci senza fiato, noi genitori e tutto il pubblico presente.
LO SPORT
Oggi Fabio è un uomo. Dolce e allegro, ama uscire con i suoi amici, ama fare sport, dal nuoto al bowling al calcio. E’ un super tifoso della Roma e fan di Francesco Totti!
Ha cominciato con il nuoto ma verso i 10 anni ha dovuto sospendere per un problema alla tiroide che lo rendeva nervoso, stanco, deconcentrato e umorale. Quattro anni fa circa, grazie ad un suo amico, Daniele, Fabio è entrato a far parte della S.S. Lazio Bowling, Team di Special Olympics. Con la squadra ha fatto tanti progressi, ha rafforzato i rapporti di amicizia con i compagni, ha dimostrato maggiore attenzione e rispetto delle regole, maturando anche una sensibilità ai risultati degli altri. Cerca sempre di consolare i compagni che perdono e, allo stesso modo, sa esultare con quelli che vincono.
Durante gli anni, allenandosi costantemente e partecipando puntuale agli eventi, Fabio ha maturato un bel percorso sportivo, premiato con innumerevoli medaglie e non solo. Oggi è un atleta convocato ai Giochi Mondiali Special Olympics che si terranno ad Abu Dhabi, a Marzo 2019.
ABU DHABI
Quando è arrivata la notizia della convocazione Fabio è stato felicissimo, facendo letteralmente i salti di gioia. Una gioia doppia, sia rivolta al passato, forte della consapevolezza di aver fatto un bel percorso sportivo, di essere stato bravo, sia rivolta al futuro e all’opportunità di visitare un paese lontano e diverso dal nostro.
Per Fabio i Giochi Mondiali rappresentano l’occasione per crescere e provare una soddisfazione enorme, sulla sua pelle, con i suoi soli sforzi, ma al tempo stesso è anche il contesto che gli permetterà, per la prima volta, di rappresentare la sua squadra, il suo Team, che lo sosterrà da Roma.
Anche per noi genitori la convocazione è emozionante, Fabio ci ha messo nuovamente di fronte ad una grande sua conquista che ci ha fatto capire, una volta di più, quanto sia bello il mondo e la vita umana, nella sua diversità. Gli obiettivi importanti, seppur comunemente si crede che per alcuni ci siano dei limiti, possono essere raggiunti. I nostri ragazzi ne sono la dimostrazione!
Ai genitori che si trovano ad affrontare le prime difficoltà con un bambino con disabilità intellettiva vorrei dire che ci vuole tempo, pazienza, amore, disponibilità e ottimismo. Magari non subito, ma piano piano arriveranno i risultati dei vostri sacrifici e vi daranno una gioia immensa che nessun altro, a parte voi, potrà descrivere. Non scoraggiatevi mai, perché anche se ci saranno dei periodi più duri, poi passeranno. Sono queste le parole che avrei voluto sentirmi dire quando è nato Fabio, quando tardava ad aprire i suoi occhi. Ci è voluto tempo, ma alla fine ho capito: gli occhi dovevamo aprirli anche noi.