“Che si tratti di allenamenti o competizioni, Special Olympics è il momento più gioioso, significativo ed appagante della mia settimana”
“Osservare i nostri atleti trascorrere il tempo insieme, senza pensare alle loro differenze, mi ha mostrato cosa significhi realmente il termine inclusione”
Affermazioni di un giovane uomo residente a Los Angeles. Umberto Gatti è entrato in contatto per la prima volta con Special Olympics nel 2015 quando la città ospitò i Giochi Mondiali. Partecipò all’evento in qualità di volontario D.A.L. (assistente linguistico) per la Delegazione del Team Italia.
Da quella esperienza, arrivò subito chiaro e forte, per lui, il desiderio di continuare ed essere sempre più coinvolto nel Movimento Special Olympics finchè entrò in contatto con Brian Erickson, un membro del Board di Special Olympics Southern California e un coach volontario di pallavolo per il Programma South Bay.
Per il primo periodo di tempo affiancò lo staff di pallavolo femminile della USC. Ha fatto esperienza sviluppando la sua passione per lo sport e le sue abilità di allenatore.
“La conoscenza delle qualità individuali sono fondamentali per allenare e non c’è alcuna differenza quando si parla di Special Olympics”.
“Se c’è una sfida da cogliere devi sempre relazionarti all’atleta, personalizzando i tuoi metodi ai suoi bisogni particolari”.
“Ogni persona è diversa e richiede per questo un’ attenzione specifica. Come allenatore, amo questo tipo di sfida – che è ancora nulla se paragonata a quello che gli atleti Special Olympics devono affrontare ogni giorno”.
Umberto ha allenato nel Programma South Bay per tre anni, svolgendo il doppio ruolo di assistente per il Team Bum It Up e capo allenatore per il Team Hit e Miss. Contemporaneamente in questo stesso periodo divenne allenatore e partner nella disciplina del golf ed allenatore certificato nell’atletica.
Oggi “Come un amico che torna a casa in ogni stagione, il team Special Olympics è diventato per me molto più di una famiglia”- ha detto – “Vivo ogni momento come un legame stretto, fatto di amicizia, un nodo saldato da risate ed esperienze condivise”.
Grazie Special Olympics!