Alessio è un ragazzo solare, allegro, estroverso, gli piace molto parlare di tutto – racconta mamma Debora – È altruista, è diventato volontario alla Misericordia del paese e lo fa con molta passione e, quando compirà 18 anni, vuole fare il servizio civile.
Quando è nato è stato la gioia di tutti, era un bambino bello, intelligente, vivace e con tanta voglia di vivere. Durante la scuola dell’infanzia non ha avuto problemi particolari ma avevo notato che utilizzava i giochi in ritardo rispetto ai suoi coetanei. Alla scuola primaria emerse più chiaramente un deficit dell’attenzione, una difficoltà oggettiva nel mantenere la concentrazione.
La contemporanea mancata competenza da parte delle insegnanti ha contribuito a peggiorare la situazione. Alessio si è sentito isolato e diverso da tutti gli altri e questa sensazione negativa ed alienante se l’è purtroppo trascinata fino alle scuole medie che – è lui stesso a dirlo- rappresentano il periodo più brutto della sua vita. Le insegnanti questa volta erano anche preparate a venire incontro alle necessità formative di Alessio, ma, tuttavia, i suoi compagni di classe per diverso tempo lo hanno deriso ad ogni buona occasione in cui sapevano di poterlo fare senza rischiare di cadere in provvedimenti disciplinari.
Grazie a degli specialisti a cui ci siamo rivolti e grazie alla neuropsichiatra che lo segue da quando aveva 6 anni, Alessio ha comunque compiuto dei progressi enormi da allora.
È entrato a far parte degli scout per 3 anni, con questo gruppo ha potuto vivere delle esperienze particolarmente ricche che lo hanno reso più indipendente, poi è arrivato Special Olympics.
Il calcio non era un argomento che destava in lui particolare interesse, almeno fino a quando in casa nostra non è entrata la playstation con le squadre di calcio. Non è un caso che il regalo sia arrivato da suo padre, tifosissimo della Juventus. Proprio da lì è nata e cresciuta la sua passione per il calcio e ovviamente anche lui ora tifa per la Juventus, la sua squadra per eccellenza. Ama seguirla in tv con suo padre ed, ora che è più grande, anche con i suoi amici.
Le scuole superiori hanno aperto un nuovo mondo ad Alessio perché finalmente, grazie anche alla collaborazione fattiva delle insegnanti, è riuscito a stringere delle vere amicizie con i suoi coetanei. Un ulteriore svolta è arrivata quando è entrato a far parte di Special Olympics. È proprio vero, oggi Alessio Ficini è un Atleta che gioca a calcio. Entrando in campo ed in un mondo votato alla piena inclusione attraverso lo sport, ha allontanato per sempre quei brutti ricordi legati al bullismo nella scuola e al conseguente isolamento. Alessio ora sa di essere diverso e unico come tutti gli altri e che in Special Olympics e nei suoi attuali compagni può trovare una vera grande squadra con cui allenarsi a smarcare ogni stereotipo o pregiudizio fino al goal dell’inclusione. Alessio lo ha già fatto.