“Insegno a nuotare: questo è ciò che so fare, ciò che amo fare, ed è quello che faccio, con dedizione e passione, da oltre vent’anni.” Così si apre la testimonianza profonda e coinvolgente di Marco Cola, Coach Inclusivo di Nuoto, protagonista di un percorso umano e professionale che ha fatto dell’acqua uno strumento di libertà, incontro e crescita. Il suo approccio all’insegnamento nasce da un istinto naturale, da una vocazione autentica: quella di stare accanto a chi rischia di essere escluso, respinto, dimenticato. Nei primi anni della sua attività, Marco ha vissuto in prima persona l’assenza di opportunità per le persone con disabilità intellettive nel mondo del nuoto. In un’epoca in cui l’accessibilità era un concetto ancora lontano e vago, il suo sguardo giovane e determinato ha saputo cogliere il bisogno — e il diritto — di ogni persona di trovare uno spazio, anche in piscina.
“Prova”, gli disse un giorno una responsabile di vasca. Quella semplice parola ha cambiato il corso della sua vita. Da allora, non si è più fermato.
Col tempo, Marco ha affinato le sue competenze, intrecciando conoscenze tecniche e sensibilità educativa. Ha capito che l’istinto non basta: servono studio, confronto, formazione. Ma soprattutto, serve stare in acqua. Lì dove si sviluppano relazioni autentiche, dove si scoprono mondi invisibili, dove la disabilità cessa di essere “problema” e diventa occasione. Occasione per imparare a guardare davvero. Il punto di svolta arriva nel 2010, con l’incontro con Special Olympics. I suoi valori, fondati sull’inclusione, sul rispetto e sulla celebrazione delle differenze, diventano per Marco un punto fermo. Un faro da seguire con coerenza. Da quel momento, ogni gesto, ogni programma, ogni lezione viene pensato e costruito attorno agli atleti e alle atlete: bambini, adolescenti, adulti, anziani. Persone.
Il suo obiettivo non è mai stato solo quello di insegnare a nuotare, ma di educare all’autonomia, promuovere relazioni, costruire spazi accoglienti. Marco lavora per rendere visibili i suoi ragazzi e le sue ragazze, per dare voce a chi troppo spesso viene lasciato ai margini. Perché crede che la disabilità possa insegnare qualcosa a tutti: a vivere con più attenzione, con più giustizia, con più verità.
Nel suo racconto, emerge tutta la forza di un’esperienza fatta con il corpo, con il cuore, con la mente. Un’esperienza che oggi, grazie al percorso “Coach for Inclusion”, acquisisce ancora più valore e riconoscimento.
A Marco Cola vanno i migliori complimenti per il percorso intrapreso. Che la sua passione, la sua competenza e la sua umanità possano essere d’ispirazione per tanti altri coach, e far del bene a tanti altri atleti. Perché l’acqua che lui attraversa ogni giorno non è solo un mezzo: è un messaggio. Ed è un messaggio che merita di essere ascoltato.