LA LETTERA
“Chiara Scudeletti, classe 2002, nasce angelo allegro e solare con un cromosoma in più, detto Sindrome di Down dal cognome del suo scopritore, ma lei è tutto tranne che…Giù!
Infatti ogni giorno che Dio fa nascere il sole su questa terra ci dona due frasi che ci tirano, al contrario, molto su: “sono felice” e “ti voglio bene”. Meglio di così!? Anche lei ovviamente ha le sue difficoltà, che paradossalmente non originano dalla sua disabilità, bensì da alcune persone “normodotate” che l’hanno circondata in passato, soprattutto in ambito scolastico. Lei sempre col sorriso sulle labbra ci dà la forza (lei a noi!) di affrontare i problemi e ora ha appena terminato il primo anno di scuola superiore alberghiero per coronare uno dei suoi due sogni: diventare cuoca! L’altro sogno è diventare cantante, per questo frequenta un maestro di chitarra ogni lunedì pomeriggio. Inutile dire che ama la musica, soprattutto Benji e Fede offficial club e i Baustelle, la lettura, il cinema e il nuoto. Frequenta per il terzo anno la Polisportiva Terraglio di Mestre alternandosi negli allenamenti tra questa e quella di Preganziol (TV). Oggi nuota in stile libero e dorso e a Biella ha vissuto la sua prima esperienza nazionale con Special Olympics. Abbiamo già una nutrita serie di medaglie, soprattutto d’oro conquistate ai regionali! Chiara ama la vita e insegna alla nostra famiglia, e a tutti coloro che hanno la fortuna di incontrarla, un altro suo “stile” speciale, chiamato Amore!”
Roberto Scudeletti, il papà.
Questa lettera è stata inviata a Special Olympics Italia subito dopo la fine dei Giochi Nazionali Estivi di Biella, evento che, dal 3 all’8 luglio scorso, ha riunito oltre 1400 atleti da tutta Italia. Chiara è partita da sola con il suo Team, lasciando a casa la sua famiglia con una raccomandazione: “Seguitemi in TV e non telefonatemi troppo spesso”.
Chiara è una ragazza piena di vita e di voglia di indipendenza, solare, sempre sorridente, curiosa verso il mondo e verso tutto ciò che per lei può tramutarsi in opportunità.
LA NASCITA
“Quando nacque – ricorda la mamma Marialuisa – ho avuto molta paura, ero circondata da un’equipe medica agitata, ansiosa e allo stesso tempo schiva, nessuno voleva dirmi cosa stava succedendo alla mia Chiara. Desideravo donare il cordone ombelicale ma, senza spiegazione alcuna, mi è stata negata questa possibilità. Sono stati momenti terribili che ancora rivivo al solo ripensarci. Forse è stato più doloroso subire la reazione delle persone intorno che non venire a conoscenza del fatto che Chiara avesse la Sindrome di Down.
Un’iniezione di fiducia, distensione e serenità l’ho ricevuta, invece, da mio padre, il nonno di Chiara, il giorno stesso in cui siamo tornati a casa dall’ospedale, con questo piccolo frugoletto tra le braccia, lui disse con tutta la semplicità del mondo: “Chiara è una vita che nasce, come una pianta fragile che ha bisogno di più attenzione e cura per crescere. Più nutrimento, magari un sostegno per tenerla diritta, ma ciò non toglie che un giorno possa diventare un albero dalle radici forti, uno splendido fiore”.
LA SCUOLA
“Signori, Chiara sta bene, è perfetta, mandatela subito a scuola” Lo esclamò il nostro caro professor Baccichetti ma, purtroppo, ci siamo dovuti scontrare poi con una realtà non sempre capace di accoglierla o includerla nel mondo giusto.
I primi anni nella scuola non furono semplici: la chiusura, la paura, l’incapacità proveniva non tanto dai suoi compagni di classe quanto, soprattutto, dalle insegnanti. Il risultato più evidente era che Chiara tornava a casa sempre scontenta e sfiduciata. Così accadeva anche per lo sport, Chiara ha da sempre amato nuotare e fin da piccola ha frequentato la piscina. Il problema è che era stata inserita nel gruppo dei bambini dell’asilo e lì è rimasta, mentre lei cresceva e frequentava già le elementari.
Roberto e Marialuisa non si sono però arresi ed hanno continuato a cercare incessantemente opportunità che potessero mettere Chiara nelle condizioni di esprimersi al meglio, assecondando la sua natura così gioiosa e propositiva e non ultimi, perchè no, i suoi sogni più grandi.
I SOGNI
Chiara vuole ballare e soprattutto cantare perchè, è vero, attraverso il canto riesce a scandire meglio le parole. Un’influenza positiva l’ha ricevuta- in questo- da sua sorella che ha studiato chitarra classica, oggi sta imparando anche lei.
Chiara desidera diventare cuoca, così entra in una scuola alberghiera e finalmente trova un ambiente inclusivo, a partire proprio dai professori che raccontano di scoprire in lei tante capacità inaspettate. Dall’attenzione in classe alla risposta pronta alle domande, dalla capacità di tornare a casa da sola con il tram – parola di un professore che, ansioso, ha voluto seguirla in bicicletta per assicurarsi che arrivasse a casa – alla capacità di non farne un dramma se durante un’esercitazione si torna a casa con una bella scottatura sulla mano.
Chiara vuole essere autonoma, oggi frequenta l’AIPD di Venezia dove ogni settimana partecipa a corsi ed incontri per l’autonomia; esce, prende il tram, va in gita e programma le vacanze estive con loro. Ha partecipato persino ad un progetto nato in collaborazione con l’Areonautica Militare – racconta la mamma – navigando con un veliero e tenendo un diario di bordo.
Chiara poi ama il mare e vuole assolutamente continuare a nuotare. Così Special Olympics entra a far parte della sua vita piena. Alla sua prima esperienza nazionale a Biella, i suoi occhi hanno brillato, è felice quando entra in acqua così come quando gareggia e va a medaglia. Poi a fine evento è sembrata un pò stanca, ma è stata solo apparenza, in realtà è già pronta a tuffarsi nuovamente, perchè di limiti e pregiudizi da vincere ce ne sono ancora tanti, perchè, come si dice, il bello deve ancora venire.