Gabriel Valente: un atleta con la vita piena

E’ ARRIVATO GABRIEL
Eccolo è arrivato, Gabriel Valente! Il 9 Luglio del 1997 alle 2:40 del mattino, è nato, tre settimane prima del previsto, in fretta e in anestesia totale, per questo, io mamma, non ho visto gli sguardi preoccupati dei dottori nell’accorgersi che Gabriel ha la Sindrome di Down. Non ho sentito alcun commento per tentare di alleggerire la situazione, è toccato a papà Maurizio darmi la notizia: “Gabriel è come Giovanni“- mi ha detto – “il tuo vicino di casa“, riferendosi ad un ragazzo con Sindrome di Down che abitava vicino casa dei i miei in Messico.

Da lì inizia il percorso in salita, le domande, le paure, le incertezze, il viaggio nero e sconosciuto dentro a questa nuova condizione di vita.

Tre anni dopo arriva un altro figlio: Cristian. Decidiamo allora di trasferirci in Messico dove Gabriel inizia terapie psicomotorie e di linguaggio, in lingua spagnola naturalmente, mentre il papà in casa continua a parlare italiano. Non sarà un problema? Ce lo siamo chiesti, la risposta è che non si può farne a meno e Gabriel vivrà in un ambiente bilingue.

Gabriel cresce sereno ed è fortunato perché non avrà alcun tipo di complicazione e la sua crescita va come il vento in poppa. Dopo due anni in Messico decidiamo di tornare in Italia.

LA SCUOLA E LO SPORT
A 5 anni iniziamo lezioni di nuoto. Mamma mia! Quanto gli piace! Impara quasi subito e continuerà per altri 7 anni.

Il primo giorno di scuola elementare, con tante paure, lo abbiamo lasciato entrare in quella struttura, Gabriel con lo zaino più grande di lui, camminava ed entrava come tutti gli altri, un po’ a disagio forse, così come chi quel giorno lo aveva preso per mano per accompagnarlo in classe. I compagni lo accolgono felicemente, con sincerità e senza alcun pregiudizio, perchè i bambini sono ancora dei fogli bianchi dove si può raccontare quanto sia bella la diversità!

I campi scuola inizieranno subito dalla terza elementare, per tre giorni, e mio figlio parte, e partirà anche in quarta e quinta anche per 5 giorni. Gabriel sta bene con la sua classe, va volentieri a scuola, ma presto ci rendiamo conto che non c’è nient’altro per lui fuori da lì.

Fisicamente il nuoto lo aiuta, ma è uno sport individuale, non ha compagni di avventure, e allora proviamo a cambiare e ci affacciamo al Rugby: Gabriel prova, ma il piacere di sporcarsi e buttarsi per terra non è da lui, quindi “ci fa il favore di andare a giocare a rugby” , si proprio così, ci ha fatto il favore per 3 anni, poi un giorno ha detto ok, basta.

Le scuole elementari finiscono e arriva un nuovo cambiamento da affrontare e che ci fa un poco di paura. Abbiamo vissuto degli anni sereni, e decidiamo di iscriverlo in una scuola dove andranno anche alcuni compagni che già conosce.
A scuola lo spagnolo e l’inglese sono il suo forte e lui si sente bene dimostrando a tutti che sa.
In questi anni parteciperà alle corse campestri con entusiasmo, frequenterà il corso di teatro della scuola scoprendo un piacere grande.

Tre anni passano velocemente e ora si tratta di scegliere la scuola superiore, vediamo in Gabriel una sicurezza nelle lingue tale che optiamo per il liceo linguistico vicino casa, così potrà anche andare e tornare in autonomia. Con il senno del poi posso assicurare che non avremmo potuto fare scelta migliore.
Capita in una buona classe, i compagni piano piano impareranno a conoscerlo e non solo, lo includeranno , si Gabriel è stato “incluso”, grazie anche alla sua professoressa che ha saputo integrare Gabriel nel modo giusto, non solo con i compagni, ma anche con i professori.

Cinque anni fa Gabriel – racconta la professoressa – era un alunno che amava leggere e scrivere solamente storie di principesse e maghi, di principi e storie d’amore, queste sue fughe dalla realtà erano la sua quotidianità. Ogni suo limite però è diventata una sfida, per lui e per noi.

IL LAVORO E I VIAGGI
Così, al secondo anno inizia a collaborare nella mensa della Caritas, aiuta a servire il pranzo. Si presenta anche il viaggio studio a Valencia, dove dovrà alloggiare in casa di una famiglia del luogo, e lo fa.
Il terzo anno di liceo inizia il progetto scuola lavoro al Albergo Art Noba Hotel, in reception, due giorni a settimana che continuerà fino alla fine del liceo, in più abbiamo aggiunto un altro progetto, il progetto “Download ad Asti”: Gabriel una settimana al mese parte, alloggia all’Albergo Etico ad Asti e fa il tirocinio nel ristorante Tacabanda.

SPECIAL OLYMPICS
Con tutto questo impegno mentale si sente il bisogno anche di scaricarsi fisicamente, per questo, Gabriel torna in piscina, sappiamo che gli piace, e non abbiamo un’alternativa, finche arriva una mail da Special Olympics che ci offre l’opportunità di provare il canottaggio. Ok! facciamo la prova …

Gabriel ci ha preso subito gusto, sembra che vuole continuare, e non per farci il favore, questa volta, ma per il proprio piacere personale che è anche il nostro.
Da quella prova non ha voluto più mancare, si sente parte di una squadra, di un mondo migliore .

Quest’anno, il 2 febbraio 2017 è volato a Parigi per partecipare ai Campionati Europei di Indoor Rowing a Parigi con il team Special Olympics “Circolo Canottieri Lazio”.

Gabriel è partito con la gioia di vedere posti nuovi, sentire lingue diverse e fare una gara internazionale. Sono stati 4 giorni pieni di novità.
Al suo ritorno, anche se non è salito sul gradino più alto del podio, come vuole il “campionato”, ha fatto del suo meglio, come vuole Special Olympics, ed è felicissimo:
Ho dei nuovi amici, abbiamo visto tante cose e mi sono divertito tantissimo, è stata una grande esperienza
Parole sue.
Grazie a Special Olimpics che rende reali delle grandi opportunità di sport e di vita.

Il percorso scolastico sta per terminare, stiamo per arrivare ad un altro bivio dove dovremmo fare una scelta, ma sicuramente quello che non dovremmo più scegliere è lo sport.

Sono passati quasi 20 anni dall’inizio di questo viaggio, sembrava buio ma, piano piano, Gabriel ci ha fatto scoprire tutti i colori, tutti diversi, e ciò ha reso questo viaggio pieno di luci brillanti. So che arriveremo lontano. Grazie Gabriel.

Adriana Ramos Valente

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