Ci sono esperienze che ti entrano dentro, ti cambiano lo sguardo sul mondo e ti fanno sentire parte di qualcosa di straordinario. È quello che è successo a Julia Nagy, giovane volontaria ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino, grazie ad Agape Italia.
Insieme al suo gruppo, Julia è stata assegnata a Sestriere, nella zona del traguardo delle emozionanti gare di corsa con le racchette da neve.
“Mi chiamo Julia Nagy e ho avuto il privilegio di essere volontaria ai Giochi. Quei giorni sono stati tra i più divertenti, emozionanti e significativi che io abbia mai vissuto”, racconta con entusiasmo.
Ma non è stata solo una questione di sport. Julia parla di un’esperienza totalizzante, fatta di emozioni, imprevisti, sorrisi e soprattutto… persone.
“Il mio capo volontario, Edoardo, è stato fantastico. Parlava inglese molto bene, ci ha guidati con chiarezza, ma soprattutto ha saputo creare un’atmosfera inclusiva per tutti. Gli atleti si sono sentiti accolti, e noi volontari coinvolti fino in fondo”.
Ed è proprio in questo scambio continuo tra persone che si nasconde la magia di Special Olympics.
Julia non ha solo dato il suo tempo: ha ricevuto tantissimo in cambio.
“Ho conosciuto persone meravigliose. Ho fatto amicizie che porterò con me per anni. Ho riso, ballato, festeggiato con atleti e spettatori. È stato un continuo scambio di energia. Quando un atleta tagliava il traguardo, non era solo una vittoria personale, era una festa collettiva, un’esplosione di gioia che ci univa tutti”.
E se c’era da fare festa, Julia era sempre in prima fila:
“Abbiamo guidato balli, coinvolto il pubblico, fatto il tifo come se non ci fosse un domani. Era impossibile restare fermi: l’energia era contagiosa!”
Con il cuore pieno di gratitudine, Julia guarda già al futuro:
“Grazie per tutto il lavoro che avete fatto per rendere questa esperienza incredibile. Non solo per gli atleti, ma anche per noi volontari. Spero davvero di poter partecipare ad altri Giochi Special Olympics in futuro!”
La sua storia è una testimonianza viva di come Special Olympics sia molto più di una competizione.
È una festa, un incontro tra cuori diversi ma in sintonia, un’avventura che, una volta vissuta, non ti lascia più uguale a prima.
