La storia di Patrizia Giraudo con Special Olympics inizia nel 2020. “La prima volta che ho sentito parlare di Special Olympics è stato in piena pandemia. Mi capitò di leggere che organizzavano gli Smart Games a distanza, e così, presa dalla curiosità, mi misi a guardare i tutorial” racconta.
Patrizia cercava un’attività che potesse coinvolgere sua figlia Elisa e gli Smart Games sembravano l’occasione perfetta. “Pensai subito che per mia figlia Elisa sarebbe stato un ottimo diversivo per impiegare tutto il tempo libero che avevamo. Con lei, mio marito e i nonni ci divertimmo a costruire la pista di bowling, ad allenarla su una pedana per lo snowboard e addirittura a organizzare il passaggio della fiamma”. Quell’esperienza fu solo l’inizio di un viaggio che non si sarebbe più fermato.
Da allora, Elisa ha partecipato a diverse competizioni: i Play the Games estivi, i nazionali invernali di sci alpino, i nazionali estivi di bowling. “E io… sono diventata la mamma di una campionessa Special Olympics” dice con orgoglio.
Ma l’impegno di Patrizia non si è fermato al ruolo di mamma. Ha deciso di formarsi come Family Leader per diffondere i valori di Special Olympics e offrire ad altre famiglie la stessa opportunità. “Negli anni ho conosciuto tanti ragazzi, team e coach. Sono stata genitore, atleta partner di altri atleti e un mese fa anche volontaria ufficiale in un mondiale che difficilmente riuscirò a dimenticare per tutto quello che mi ha dato”.
L’esperienza come volontaria è stata intensa e indimenticabile. “Un’occasione bellissima, emozionante, ricca di nuove amicizie. Una settimana di chiacchierate e, quando non ci si riusciva a capire e non c’era il tempo per Google Translate, era sufficiente un sorriso o un abbraccio”. Ogni momento vissuto con gli Atleti è stato speciale: “Ho riso tanto, a volte pianto insieme a qualche Atleta scontento del suo risultato che andava consolato, ma era come se fossero tutti un po’ figli miei, bisognosi delle stesse attenzioni e cure che rivolgo ogni giorno a mia figlia”.
Anche il rapporto con gli altri volontari è stato straordinario. “Abbiamo formato un grande gruppo. Stare sulla linea di arrivo a incitare e applaudire gli Atleti, ballare e cantare fino a rimanere senza fiato mi hanno dato la carica necessaria per continuare ad andare avanti nella nostra, non facile, vita quotidiana”.
Patrizia conclude con un ringraziamento sentito: “Grazie Special Olympics per questa opportunità”.
Ogni gara, ogni abbraccio, ogni traguardo tagliato è una testimonianza di quanto lo sport possa unire e dare forza. Special Olympics continua ad essere un punto di riferimento per chi crede in un mondo inclusivo, dove il talento di ogni Atleta può brillare. “Qui non esistono limiti, solo traguardi da superare insieme”.
