Andrea Ferraro, biellese di sedici anni, è un atleta Special Olympics con un autismo ad alto funzionamento, ciò significa che ha un QI nella norma e questo gli consente, a livello cognitivo, di apprendere gran parte degli insegnamenti. Tuttavia ha gravi difficoltà nelle abilità sociali, cioè nel relazionarsi con gli altri. Da piccolo Andrea pronunciava pochissime parole, si isolava e faceva giochi stereotipati. Fortunatamente, grazie alla diagnosi precoce, la sua famiglia è intervenuta con il supporto di neuropsichiatri infantili, psicomotricisti, logopedisti ed altre figure professionali specializzate in questo tipo di problematica. Anche la scuola ha fatto la sua parte dedicando ad Andrea, fin dal primo anno di materna, un insegnante di sostegno al quale sono stati affiancati negli anni educatori sia in contesto scolastico che sul territorio.
Una nuova vita grazie allo sport
Andrea frequenta scienze applicate all’Istituto Quintino Sella di Biella. Pratica sci, nuoto e atletica ed ha lo sport nel sangue. Nonostante la giovane età, ha imparato molto presto diversi stili in piscina, alcune discipline sulle piste e a scendere senza paura sulla neve. I suoi progressi sono stati rapidi e molto concreti. Andrea ha, nel tempo, migliorato molto le sue capacità di relazionarsi con gli altri e nelle autonomie di tutti i giorni. In classe ottiene risultati molto buoni, soprattutto nelle materie quantitative e nelle lingue straniere. Fa regolarmente attività sportive, che aumentano la sua autostima e lo portano a relazionarsi con più persone. Quella di Andrea è dunque una nuova vita che è ripartita dallo sport e dal team Special Olympics “Asad Biella”. Questi giorni a Biella per lui rappresentano una festa e alle gare ha partecipato con tutto il suo entusiasmo: “Sapete cosa mi piace? I volontari! – afferma– le Cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi sono una grande emozione”. Sugli spalti a tifare per Andrea c’è la sua famiglia, ma anche i suoi compagni e gli amici della sua Parrocchia. E poi c’è Emma, la sua migliore amica, che indossa il fratino blu dei volontari.
“La prima volta che l’ho visto gareggiare nel nuoto è stato molto emozionante – afferma mamma Michela – quest’anno mi sono resa conto di quanto sia diventato indipendente. Ho visto la gioia nei suoi occhi”.