La rivincita di Laura sull’abbandono e l’isolamento inizia dall’amore della sua famiglia

Laura – raccontano i genitori Donatella e Bruno – ha 32 anni, la sua storia è iniziata con la dura prova della solitudine causata dal suo abbandono avvenuto alla nascita, per i primi 40 giorni Laura ha vissuto in comunità, fino al giorno in cui è entrata a far parte della nostra vita, della nostra famiglia ed è iniziata la sua storia di figlia e di persona.  Quattro anni dopo è nato Francesco, suo fratello che oggi ha 28 anni e che Laura adora.

La famiglia
Oggi Laura ha una famiglia che la sostiene e la ama, famiglia allargata anche alla presenza di zii e cugini a cui è molto affezionata. In questi 32 anni,  la nostra scelta di genitori, di orientarci verso l’adozione ci ha aiutato a capire il dramma di chi vive l’abbandono e ci ha permesso di affrontare le situazioni complicate che si sono susseguite per lunghi anni con maggiore  sensibilità  e umanità, soprattutto quando a questi problemi si è aggiunto l’impegno ulteriore legato alla scoperta della sua disabilità intellettiva. Questa premessa si rende necessaria per poter descrivere  Laura con  le sue emozioni, preoccupazioni, comportamenti, disagi.

 

Le difficoltà
La sua infanzia e la sua adolescenza sono state sempre segnate da momenti di sofferenza legati a questi due aspetti: l’abbandono e la disabilità, due problematiche che non hanno mai avuto un confine definito, dove finisce l’uno inizia l’altro.
Nei suoi primi anni di vita iniziavano ad emergere le difficoltà cognitive che non sono state subito diagnosticate e capite neppure dai medici, era difficile capire le sue reazioni, i suoi pianti inconsolabili, calmare quelli che sembravano capricci e che in realtà erano un grido d’aiuto. Nel periodo della scuola materna e delle elementari, la relazione con gli adulti e con i compagni evidenziava (attraverso il suo comportamento) chiusura e disagio, il fatto di cambiare continuamente insegnante di sostegno ha reso più difficile la sua inclusione all’interno del gruppo classe e un reale aiuto sul piano dell’apprendimento scolastico.  La difficoltà ad inserirsi nella scuola  ha incrementato un attaccamento ancor più morboso con la famiglia nella quale cercava un ambiente protetto composto da poche  persone  fidate. Laura ha dovuto sempre affrontare questo dualismo: la disabilità con l’accettazione di sentirsi diversa dagli altri, e la paura dell’abbandono con la perenne preoccupazione di sentirsi accolta come persona.

 

Le sue passioni
Laura è comunque cresciuta dimostrando grande volontà, impegno e tenacia e, pur dovendo superare parecchi momenti di difficoltà, ha saputo far emergere aspetti straordinari di se stessa: la consapevolezza di saper dare un valore di unione profonda alla famiglia, l’amore verso la musica nel suo aspetto del canto,  ancor oggi Laura quando canta vive un suo senso di soddisfazione e di appagamento grazie anche alla sua naturale capacità di intonazione ed alla sua bella voce. Laura non ha mai amato particolarmente lo sport, fino a quando ha conosciuto, un po’ casualmente la  disciplina  del  nuoto. Ha sempre amato l’acqua, ma solo vicino alla presenza rassicurante di mamma o papà, poi la proposta da parte dei suoi educatori di iscriversi ad una squadra di nuoto, esperienza che ha accettato all’inizio con  un po’ di titubanza, poi sempre con maggiore sicurezza. Ha imparato a nuotare bene ed è riuscita ad affrontare le prime gare (con l’aiuto del tecnico in vasca)  con  la consapevolezza di poter essere per la prima volta protagonista, come tutti. Alla sua prima gara si è rifiutata di entrare in acqua, poi ha superato la paura con l’aiuto dei suoi allenatori, è migliorata sempre più ed ora affronta gare, vittorie e sconfitte con discreta tranquillità. 

 

Special Olympics
Il non doversi confrontare con un mondo troppo complesso, ma alla sua portata le ha permesso di innamorarsi del nuoto e di tutto il contesto attorno ad esso. L’aiuto di educatori ed allenatori speciali le  ha permesso di trovarsi a proprio agio in questo mondo nuovo dove era anche importante essere il più possibile autonoma, il mondo dello sport le ha fatto conoscere nuove persone ed amici ed è sempre straordinario vedere come tra di loro non vedano differenze, non esistano rivalità, ma solo una grande amicizia e tanta voglia di condivisione. Per la prima volta ha potuto sperimentare la gioia di partecipare a trasferte senza i genitori, di vivere giorni in autonomia con la compagnia degli amici, ha assaporato la gioia della premiazione, la vittoria. Ha conquistato le medaglie che conserva con cura e che mostra con grande orgoglio alle persone a lei più care. Attualmente lo sport è per lei una ragione di vita, diventare un’atleta Special Olympics è stata un’occasione preziosa per sentirsi più sicura, più disinvolta nello stringere nuove amicizie, un aiuto per tenere sotto controllo il peso e la salute in generale, un appuntamento importante nel suo calendario settimanale al quale non vuole più rinunciare perché  ora si sente una campionessa. E lo è davvero, nella vita più ancora che nello sport.

 

Una crescita costante
Laura frequenta da qualche anno anche un centro diurno, e mostra (sia verso l’esperienza del nuoto,  sia verso il  centro diurno) la capacità straordinaria di non dare importanza alle differenze, alle apparenze e alle diverse disabilità, è amica di tutti, si relaziona con tutti senza escludere nessuno. Questo percorso di crescita l’ha aiutata moltissimo nella sua visione della vita in generale, sa che esistono persone diverse, ciascuna con le proprie difficoltà, persone con cui puoi parlare e che ti possono aiutare quando ne hai bisogno e che ti fanno sentire bene. Certo che i momenti di crisi ci sono, a volte leggeri altri più pesanti e duraturi, noi genitori abbiamo imparato sempre più qual è il modo migliore per aiutarla.

 

Affrontare l’isolamento 
Questo periodo di emergenza è ancora più complicato per le persone più fragili, Laura non ha capito bene la gravità sanitaria e non è in grado di interpretare i numeri che ogni giorno sentiamo al telegiornale, ha comunque capito che ci sono state imposte delle restrizioni importanti e le rispetta, sostenuta dalla nostra costante rassicurazione, apparentemente è serena, ma basta veramente un nonnulla per scatenare crisi importanti che talvolta hanno bisogno del farmaco per essere recuperate; il suo mondo che era stato faticosamente costruito garantendole rituali e certezze è stato completamente stravolto e lei alterna, come tutti noi, giorni più sereni ad altri in cui l’ansia prende il sopravvento. Le mancano soprattutto le relazioni con suo fratello, con Giulia, con la sua educatrice Cristina e con cugine ed amici, le mancano abbracci e baci cui era abituata. Fortunatamente noi genitori abbiamo potuto lavorare da casa e, in questo modo siamo riusciti a tamponare il senso di solitudine e di vuoto che si è creato attorno a lei. Ovviamente  le mancano anche quei  rituali e quei punti fissi della sua giornata e della sua settimana: dal centro, al nuoto, alle uscite, alle relazioni. Piano piano abbiamo creato per lei una giornata a sua misura, il più possibile ripetitiva, nella quale inseriamo un po’ di sport che facciamo a casa o in giardino, la cura e l’igiene del proprio corpo, momenti dedicati alla lettura, al disegno o la coloritura, alla visione di un film insieme  e soprattutto all’ascolto della musica e al ballo da lei tanto amati.

 

La valenza dello sport
In conclusione come genitori possiamo dire che lo sport riveste un ruolo importante nella vita di tutti noi apportando i benefici fisici e psicologici che tutti conosciamo; questo è vero ancora di più per le persone più fragili quali gli atleti con disabilità. Nella nostra esperienza personale abbiamo la percezione che la disabilità intellettiva sia ancora piuttosto sconosciuta al mondo esterno, ci ritroviamo quasi sempre con famiglie che vivono la nostra stessa problematica anche se qualcosa si sta muovendo e realtà quali Special Olympics sono di fondamentale importanza anche per far conoscere a tutti quanto sono davvero speciali i nostri figli. Persone per le quali la strada della vita è sicuramente faticosa, ma che hanno una forza ed una volontà invidiabili e non si fermano mai, a volte inciampano e cadono, ma sempre si rialzano. Gli Smart Games rappresenteranno per Laura una nuova opportunità, gareggerà nel nuoto e non vede l’ora di mettersi alla prova, continuare a migliorarsi e conquistare quella medaglia che le da sempre tanta gioia e soddisfazione.

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Rimini: Stefano Sarti – rimini@specialolympics.it

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Mantova: Marco Piazza – mantova@specialolympics.it

Varese: Valentina Marocco – varese@specialolympics.it

 

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