Le parole contano, soprattutto in TV

LETTERA APERTA al Grande Fratello Vip e a L’Assedio
– di Alessandra Palazzotti, Direttore Nazionale di Special Olympics Italia

“Gentile Alfonso Signorini e gentile Daria Bignardi , scusate se vi scrivo contemporaneamente, ma questa è già la mia seconda lettera aperta in pochi giorni. È la seconda lettera sempre indirizzata ad una trasmissione TV. Può essere sintomo di una mia eccessiva sensibilità o di una televisione che lascia un po’ a desiderare. Credo sia…la seconda.
Nel Grande Fratello una concorrente, una certa Asia Valente, ha detto ‘sei un down’ ad un altro concorrente per insultarlo. All’Assedio Amanda Lear ha detto “sono una mongoloide”.
Ecco… sapete..le parole sono importanti, le parole feriscono.
‘Down’ è il dottore che per primo ha individuato la sindrome. Quindi non dovrebbe essere un insulto. Mongoloide si usava perché i caratteri della sindrome di Down ricordavano i tratti di chi proveniva da terre lontane. Non erano insulti. Lo sono diventati quando si sono iniziati ad usare per offendere e colpire qualcuno, che tra l’altro la sindrome di down non ha.
Sapete “down”, “mongoloide”, “spastico”, “handicappato”…e così via..sono tutte parole che sono nate per identificare una condizione. Sono diventate offese quando questi termini si sono iniziati ad usare verso persone che non avevano la condizione che quei termini identificavano.

Con le loro frasi le signore Valente e Lear hanno insultato migliaia di persone e le loro famiglie. Hanno offeso tutti noi che alle parole diamo un peso.
Visto che entrambe le trasmissioni hanno reagito in modo flebile, senza prendere posizioni nette, noi lo faremo. Da oggi per insultare chi si comportera’ male, con ignoranza noi useremo “Sei una Valente!”, “Sei una Lear”! Per identificare chi non prenderà posizioni diremo “Sei un Signorini!” “Sei una Bignardi”!
Ma no…noi non siamo cosi…noi prendiamo sempre una posizione, quella di sensibilizzare, educare e fare cultura intorno a noi, quindi non lo faremo. Noi non siamo la Valente, noi non siamo la Lear.

Vi esorto, però questo si, a prendere una posizione netta che dia prova che la televisione può ancora comunicare qualcosa di buono e fare cultura.

Ora vi saluto con un brevissimo commento di Fabio, nostro Atleta, sull’accaduto”.

 


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