Il racconto del papà Aldo: “Oggi, per andare agli allenamenti Andrea raggiunge in completa autonomia la stazione, distante 1 km da casa, con la propria bicicletta. Prende il treno per Biella e dalla stazione raggiunge a piedi la piscina. Ha sempre preferito attività sportive individuali ma ha provato, seppur ancora con qualche difficoltà, anche altri sport di squadra come il basket, comprendendo la condivisione ed il giocare insieme. All’età di 13 anni, ha già vissuto una meravigliosa esperienza partecipando ai Giochi Mondiali Invernali a Nagano, in Giappone. Al ritorno, con sè, non ha portato solo la medaglia conquistata ma un bagaglio di esperienza che, in qualche modo, ha mostrato i suoi effetti. Generalmente le persone autistiche provano riluttanza nel provare nuovi cibi. Andrea mangiava solo pasta in bianco e Nagano, da questo punto di vista, è stata una tragedia per lui e per chi gli stava vicino. Quando però è tornato ha iniziato ad avere un approccio diverso con il cibo arrivando, contro ogni aspettativa, ad assaggiare cose nuove come la bagna cauda, tipica pietanza piemontese di cui prima non riusciva neanche a sentire l’odore.
Andrea non fa troppe richieste, ma dopo i Giochi Nazionali Special Olympics di Venezia, nel maggio dello scorso anno, mi ha espressamente chiesto di andare a vedere una partita di pallanuoto, che aveva avuto modo di scoprire in occasione degli stessi Giochi. Un’occasione che gli ha regalato un altro sorriso, perchè da lì ha voluto intraprendere anche questo tipo di attività sportiva che lo vede impegnato per due ore, due giorni alla settimana.
A distanza di 11 anni, Andrea avrà nuovamente la possibilità di volare oltreoceano per i Giochi Mondiali a Los Angeles che lo vedrà gareggiare nella disciplina del nuoto in acque libere. Un’opportunità valutata nel corso del tempo in quanto le vasche in piscina, da 25mt o da 50mt, rappresentavano un percorso limitato per le sue esigenze fisiche e mentali. Grazie infatti ad una incredibile resistenza arrivava al traguardo ancora pieno di energia da spendere e senza nessuna voglia di fermarsi.
Nuotare in mare aperto rappresenterà una nuova sfida che sta preparando attraverso un lavoro specifico ed allenamenti mirati.
Andrea non fa troppe richieste, ma dopo i Giochi Nazionali Special Olympics di Venezia, nel maggio dello scorso anno, mi ha espressamente chiesto di andare a vedere una partita di pallanuoto, che aveva avuto modo di scoprire in occasione degli stessi Giochi. Un’occasione che gli ha regalato un altro sorriso, perchè da lì ha voluto intraprendere anche questo tipo di attività sportiva che lo vede impegnato per due ore, due giorni alla settimana.
A distanza di 11 anni, Andrea avrà nuovamente la possibilità di volare oltreoceano per i Giochi Mondiali a Los Angeles che lo vedrà gareggiare nella disciplina del nuoto in acque libere. Un’opportunità valutata nel corso del tempo in quanto le vasche in piscina, da 25mt o da 50mt, rappresentavano un percorso limitato per le sue esigenze fisiche e mentali. Grazie infatti ad una incredibile resistenza arrivava al traguardo ancora pieno di energia da spendere e senza nessuna voglia di fermarsi.
Nuotare in mare aperto rappresenterà una nuova sfida che sta preparando attraverso un lavoro specifico ed allenamenti mirati.
A sostenerlo ed incoraggiarlo in questa ennesima sfida, oltre al papà Aldo, ci saranno la mamma Marina e le sorelle Martina e Alice.”